La paura di guidare (o amaxofobia)
è molto più diffusa di quel che si pensi. Lo so perché ho conosciuto diverse
donne che ne soffrono. Quasi sempre donne, è vero. Ragazze e signore che
rinunciano a guidare la macchina perché l’idea di farlo provoca loro una
terribile ansia.
Spesso chi ha paura di mettersi al
volante teme:
- di sentirsi male in macchina
- di avere un incidente
- di provocare un incidente e far
male a qualcuno.
Alcuni hanno più paura quando sono
in macchina da soli, oppure quando devono guidare in autostrada o se devono
affrontare ponti e gallerie. Altri vengono presi dal panico se si formano delle
“code” nel traffico, perché si sentono chiusi in trappola.
A volte i pensieri fobici prendono
la forma di vere e proprie immagini spaventose che la mente ripropone,
terrorizzando il guidatore, ogni volta che deve salire in macchina. E l’ansia
diventa una sofferenza fisica: il cuore batte all’impazzata, lo stomaco si accartoccia, l’adrenalina
provoca un irrigidimento dei muscoli. E poi il respiro accelera e
l’iperventilazione provoca una sensazione di stordimento, la testa gira e si
teme di perdere il controllo. A questo punto si pensa di poter svenire da un
momento all’altro.
Vi riconoscete?
Sicuramente si riconosce in questa
descrizione Deborah, una simpatica ragazza che ho conosciuto qualche mese fa. Ha
smesso di guidare in seguito ad un malore mentre era in macchina da sola e da
quel momento farlo è diventato sempre più difficile. Peccato che abbia due bambini
e che vorrebbe tanto portarli a karate o a fare merenda in un parco senza dover
disturbare qualcun altro che faccia da autista. Oppure, ancora più importante,
vorrebbe riuscire a portarli al pronto soccorso in tempi brevi, qualora si
facciano male. I genitori di Deborah sono molto disponibili e la accompagnano
al lavoro, all’asilo a prendere i bambini, a fare la spesa, ecc. Insomma, si
occupano di lei come se fosse una ragazzina.
Infatti, questo è ciò che accade a
chi non guida: cerca di trovare delle strategie, delle soluzioni per non dover
usare la macchina (usare i mezzi pubblici, trovare negozi e servizi vicino
casa), ma spesso è costretta a chiedere passaggi a familiari e amici
disponibili. Rinunciando alla propria autonomia ed indipendenza. E, a volte,
vergognandosi molto del proprio problema.
La richiesta di tutte queste
persone quando si rivolgono ad uno psicologo è: “fammi passare l’ansia, così
posso cominciare/ricominciare a guidare”. Peccato che questa richiesta, così
come è formulata, non possa essere soddisfatta. Ma si può ricominciare a
guidare. Come? Ne parliamo nel prossimo post.
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