martedì 21 gennaio 2014

Dimagrire per sentirsi e “sentire” bene (2)



La storia di Karina non è necessariamente uguale a quella di altre persone sovrappeso, ma presenta molti aspetti in cui ci si può riconoscere ed è un esempio di come sia possibile fare “enormi” cambiamenti.

Ho conosciuto Karina quando aveva 18 anni ed era una “ragazzina” di 112 kg per 1,73 di altezza: una dolcissima farfalla ancora avvolta in un ingombrante bozzolo. Per la classificazione dell’OMS, si trovava al secondo stadio di obesità.



Karina è un tipo molto allegro, sorridente, con molti amici. Sembra non avere problemi, o molto probabilmente li nasconde bene. È sempre stata una bambina cicciottella ed ha sempre mangiato molto, ma il suo aspetto sembrava non crearle problemi…sembrava. Ad un certo punto è scoppiata ed ha confessato ai genitori che se fosse ingrassata ancora si sarebbe suicidata.
Nel corso degli anni ha intrapreso diversi tentativi di perdere peso, rivolgendosi a specialisti dell’alimentazione, dietologi, nutrizionisti, ma dopo qualche successo iniziale, non è mai riuscita a portare a termine i programmi, riacquistando i kg persi e, addirittura, ingrassando ulteriormente.
Non ha mai praticato sport, mangia molto, a volte si abbuffa fino a star male e sentirsi in colpa. Quando esce con gli amici beve molti alcoolici, per sentirsi più disinibita e non pensare al giudizio che gli altri hanno di lei e del suo aspetto fisico.
Si vergogna di mostrare il proprio corpo, ma anche le proprie emozioni negative e finge di essere sempre allegra.

Il trattamento di Karina è cominciato con degli esercizi di mindfulness. Ok, non tutti sanno cos’è la mindfulness…ne parlerò diffusamente in uno dei prossimi post. In breve, si tratta di esercizi che aiutano a riprendere confidenza con il proprio corpo, riconoscendo i suoi segnali, ma anche con la propria mente, riconoscendo come i pensieri che ci presenta influenzano il nostro comportamento. Ci incontravamo di pomeriggio e facevamo merenda cercando di “sentire” ciò che accadeva nelle nostre bocche, nello stomaco, nel corpo. Le persone sovrappeso spesso confondono le sensazioni di ansia con quelle di fame e non riconoscono quando sono sazie.
Ci siamo poi dedicate ai pensieri che le davano più fastidio, come “sono grassa e tutti mi guardano/mi giudicano per questo”.
Pian piano Karina ha cominciato a smettere di mostrarsi sempre allegra ed ha cominciato ad entrare in contatto con le proprie emozioni negative. Abbiamo quindi cominciato ad affrontare la possibilità di accettare il dolore derivante dall’idea di non aver portato a termine niente nella vita e la paura di fallire anche questa volta. Ha cominciato a riconoscere ed accettare anche l’ansia, quale emozione che non si può eliminare nella vita di nessuno.
Non abbiamo parlato di diete, ma Karina ha smesso di abbuffarsi, eccedere con gli alcoolici ed è dimagrita. Inoltre, smettendo di sentirsi costantemente giudicata per il proprio aspetto, evita molto meno le situazioni sociali o, comunque, le vive con molta più gioia perché non rovinate dal costante “chiacchiericcio della mente”.

"Sono d'accordo con te. Le donne vere hanno le curve - plurale. Ma sembra che tu ne abbia una sola."
In una seconda fase abbiamo ritenuto importante introdurre una certa dose di attività fisica (che fatica!). E’ stato importante, inoltre, capire come gestire tutta una serie di situazioni “a rischio”: cene a casa dei parenti, uscite con gli amici, momenti di tensione. Abbiamo poi imparato che è fisiologico avere delle ricadute: non si può essere sempre precisi e qualche sgarro ci sta…l’importante è ricominciare a comportarsi nel modo più corretto per se stessi, mangiare nel modo giusto, fare attività fisica, senza lasciarsi andare a pensieri del tipo “ho sgarrato, allora non sono in grado di portare a termine la dieta, tanto vale lasciar perdere”.
Risultato: ha cominciato a fare cose mai osate prima, indossare nuovi abiti che mettevano in risalto il suo corpo (invece di jeans e larghe t-shirt) ed addirittura il costume, godendosi pomeriggi in piscina con gli amici e una bella vacanza al mare. 

A distanza di qualche anno è irriconoscibile! Non solo ha perso un sacco di peso, ma ha imparato a prendersi cura di se stessa: è bella, sexy, femminile…probabilmente non sarà mai sottopeso, ma l’aspetto fisico non è più un limite, è orgogliosa di se stessa e di ciò che ha fatto (e io sono mooolto orgogliosa di lei!). Sostiene di “essere rinata, una persona nuova con un modo di vedere le cose diversamente.”

lunedì 13 gennaio 2014

Dimagrire per sentirsi e “sentire” bene



Avete presente i giochi che fanno i bambini quando sono tutti insieme, tipo palla prigioniera? Due bambini fanno i capisquadra e scelgono, uno dopo l'altro, i membri del proprio gruppo. E avete presente quella bambina, grassottella, goffa e un po' sfigata che viene scelta sempre per ultima? Bhè, quella ero io. Ero brava a scuola, avevo un sacco di amici e godevo di una certa popolarità tra i bambini...fino a che non arrivava l'ora di educazione fisica.

Fernando Botero - Bagnante
Per fortuna crescendo sono dimagrita e sono rimasta magra fino ai 30 anni senza difficoltà, senza diete nè sport (troppo pigra!). Poi sono rimasta incinta del mio primo desideratissimo figlio e sono ingrassata molto. Ero felice, avevo fame e mangiavo. Pensavo che avrei perso in fretta a senza difficoltà i kg in eccesso una volta nato il bambino. Invece non è stato così. All'improvviso ero una mamma stanca e sovrappeso. La depressione era dietro l'angolo...ma questa è un'altra storia.
 
Comunque, a questo punto comincia la mia epopea con le diete.
I primi tentativi sono stati un fallimento. Il primo mese riuscivo a seguire le indicazioni del dietologo, poi la mia mente cominciava a dirmi che un piccolo sgarro non sarebbe stata una tragedia, che un cioccolatino non era un peccato così grave, che domani avrei ricominciato la dieta, domani...o dopodomani, perché c'erano motivi seri per rimandare. Magari avevo avuto una giornata pesante e pensavo di meritarmi una gratificazione, quindi mangiavo. Magari avevo dormito poco per colpa del bambino e pensavo di aver bisogno di energie per affrontare la stanchezza, quindi mangiavo. Magari ero depressa perché non entravo più nei vecchi vestiti, quindi mangiavo. E poi c'era l'amica che veniva a trovarmi con un dolce e mica potevo rifiutare! Sarebbe stato scortese. E poi c'era la cena a casa di amici e le feste di Natale e la torta di compleanno...e poi mi dicevo che non ero capace di seguire una dieta, che non sapevo resistere alle tentazioni, che ero senza volontà, una persona debole e senza autocontrollo. E se non avevo seguito la dieta fino ad oggi, non aveva senso provarci domani, fare fatica senza raggiungere nessun risultato. Forse era colpa della dieta, non andava bene per me, era troppo rigida...

Ho passato circa due anni tra questi pensieri, sempre più insoddisfatta del mio aspetto fisico. Mi sentivo un po' come quella bambina non voluta da nessuno, troppo goffa e imbranata per far vincere la propria squadra. Ogni volta che vedevo una mamma bella e magra mi confrontavo con lei e mi dicevo che non ero abbastanza forte per tornare all'aspetto che avevo prima.

E poi ho conosciuto Karina. Aveva 18 anni ed era al secondo stadio di obesità. Soffriva di un Disturbo da Alimentazione Incontrollata, con abbuffate compulsive e abuso di alcool. Vi racconterò la sua storia nel prossimo post. Comunque, uno dei principi della mia professionalità è molto semplice: non posso chiedere ai miei pazienti di fare qualcosa che non sono disposta a fare anche io. E a Karina chiedevo di fare cambiamenti nel comportamento alimentare e nella pratica sportiva che andassero nella direzione di una maggiore cura di se stessa e della propria salute. Quindi ero "obbligata"  a impegnarmi sul serio anch'io. Insieme abbiamo scoperto la mindfulness applicata all'alimentazione e abbiamo cominciato a mangiare con consapevolezza. Mentre seguivo la sua terapia, sono rimasta incinta del mio secondo, anch'egli desideratissimo, figlio, quindi non ho continuato a dimagrire, ma per lo meno non sono ingrassata molto, ho preso i kg fisiologici in una gravidanza sana. Due mesi dopo il parto sono andata da una brava nutrizionista ed ho cominciato a dimagrire lentamente ma con costanza. I pensieri che la mia mente mi presentava prima e che mi avevano impedito di dimagrire non erano scomparsi, ma ora li riconoscevo, sapevo che mi avrebbero portata lontana dal mio obiettivo e decidevo di non seguirli. Abbiamo stabilito di poter convivere pacificamente: io permettevo loro di stare nella mia mente, ma potevo scegliere di non fare ciò che mi dicevano. Avevo capito quali erano i motivi veri che mi spingevano a voler dimagrire e, se mi capitava di sgarrare, tornavo a impegnarmi nei comportamenti più corretti per me a lungo termine.
K Whiteford

Ho perso circa 13 kg. E non li ho più ripresi. Ho ricominciato ad amare il mio corpo, che probabilmente non sarà mai più quello di una ragazzina, ma mi permette di sentirmi a mio agio. E tutte le mie relazioni ne hanno beneficiato.
Ho scoperto di amare anche la corsa, ma anche di questo parlerò un'altra volta...
Se qualcuno vuole approfondire l’argomento, ne parlo in un articolo (http://www.ansiasociale.it/articoli-psicologia/dimagrire-col-cervello).

lunedì 6 gennaio 2014

I 7 propositi x il nuovo anno che non manterrete...nemmeno quest'anno!



Adoro gli inizi. E gennaio e l'inizio per antonomasia. Adoro l'immagine del foglio bianco da riempire come voglio, la tabula rasa. Adoro la sensazione di poter cancellare il passato e ricominciare da capo. Di poter essere quello che voglio. Basta volerlo, no?
Mmmhhh...
Qualcuno a questo punto avrà avuto un sussulto di sincerità e avrà ricordato tutti i propositi fatti verso Capodanno o giù di lì e puntualmente disattesi. Facendo un giro sul web ho stilato una lista dei buoni propositi più diffusi, che non ha la pretesa di essere completa nè esaustiva, ma è abbastanza realistica.


  1. Dimagrire: chi non l'ha mai detto scagli la prima pietra. 
  2. Fare attività  fisica: legato al primo proposito o con finalità diverse (salute, socializzazione, ecc.). Tutti sanno che le iscrizioni in palestra dopo le feste di Natale subiscono un'impennata, ma il numero dei frequentanti si regolarizza più o meno a metà febbraio. 
  3. Smettere di fumare: questo è uno di quei propositi che il fumatore sa in partenza di non voler mantenere.
  4. Imparare una nuova lingua, o frequentare un corso di cucina, di ballo, di uncinetto, di addestramento cani, di doppiaggio, e via dicendo, seguendo gusti e inclinazioni personali.
  5. Meno stress: questo non l'ho mica capito tanto. Cosa vorrebbe dire "quest'anno voglio stressarmi meno"? Lavorare meno? Assumermi meno impegni? Non preoccuparmi di dieta, attività fisica e del corso di uncinetto a cui mi sono iscritta a gennaio? O, meglio ancora, voglio imparare a rilassarmi, a prendere le cose con leggerezza, a farmi scivolare i problemi addosso? Fantastico, questo è in assoluto il primo votato al fallimento, poi vi spiego perché.
  6. Cambiare lavoro: pare che sia uno dei propositi più perseguiti, dovuto ad insoddisfazione economica o professionale.
  7. Viaggiare: chi non vorrebbe avere più soldi, tempo, libertà per scoprire nuovi mondi?

Se fino ad oggi non siete riusciti a trasformare in azioni questi buoni propositi, avete ottime probabilità di non riuscirci nemmeno quest'anno. Perché, parafrasando Albert Einstein, è difficile ottenere cambiamenti se non si cambia il proprio comportamento. Sapete qual è la cosa più sensata che ho letto su internet negli ultimi giorni? Era un post su Facebook, diceva: "i miei buoni propositi per il 2014? Ma se non ho ancora portato a termine quelli del 1995!!".

Petr Kratochvil      

Destinati al fallimento, allora? Non necessariamente, ma la vostra mente vi remerà contro come ha fatto fino ad ora.
Facciamo un esempio. Vi siete iscritti in palestra e siete pieni di buone intenzioni, questa volta ci andrete almeno 2-3 volte a settimana e, prima dell'estate, sfoggerete un fisico perfetto. Certo, dopo un paio di settimane potrebbe capitare che la vostra mente vi dica: "oggi potresti anche saltare la palestra, piove/nevica/fa freddo, hai finito tardi di lavorare, solo per oggi, da domani si ricomincia, è importante anche riposarsi...". La settimana seguente avrete magari motivi ben più "gravi" per rimandare l'allenamento ("ho mal di testa, devo fare la spesa, sono indietro con lo studio/lavoro, la prossima settimana non salterò più gli esercizi..."). Insomma, la vostra mente troverà tanti ottimi motivi per evitare le attività che non avete voglia di fare, confermando l'idea che avete di voi stessi: "non siete fatti per la palestra, non vi piace, ci avete provato, non funziona...". E lo stesso accade per qualsiasi altro obiettivo vi siate posti: smettere di fumare, cambiare lavoro, ecc. Tra voi e i vostri obiettivi...si metterà la vostra mente.


Forse in altri articoli avete letto consigli su come cambiare atteggiamento, pensare positivo, trasformare i pensieri e riuscire finalmente a portare a termine i propri propositi. Io credo che gli obiettivi si possano portare a termine non necessariamente cambiando ciò che di pensa, ma non lasciandosi condizionare dai propri pensieri. Voglio dire, dovrei cambiare idea e pensare che "adoro uscire di casa a -3 gradi per infilarmi in una palestra superaffollata dopo una stancante giornata di lavoro per correre su un tappeto senza andare da nessuna parte fino a sentirmi scoppiare i polmoni...mi piace proprio!"...? Oppure posso continuare a pensare che preferirei passare un'oretta sul divano con un buon libro, ma posso scegliere la palestra, se è importante per me prendermi cura della mia salute e della mia forma fisica, incontrare delle persone e socializzare, essere soddisfatta del mio aspetto.
Riuscirò a farlo solo se smetterò di cercare di cambiare i miei pensieri, ma proverò a trattarli per quel che sono...pensieri. Che non devo necessariamente seguire, se non mi danno buoni consigli. Quando la mia mente dice "potresti saltare la palestra oggi", non sono obbligata a darle retta, posso scegliere di andarci anche se non ne ho voglia. Quando sarò sudata, ansimante e dolorante sul tapis roulant e la mia mente dirà "ma chi te l'ha fatto fare?", potrò convenire che non sia la mia attività preferita, ma che è importante per me fare sport per il mio benessere a lungo termine.
Non controllo quindi i miei pensieri, ma scelgo e mi comporto di conseguenza.

Ecco perché non mi è molto chiaro il proposito al punto 5: meno stress. Come si fa a stressarsi meno? Non posso imporre a me stessa di non avere preoccupazioni, pensare al futuro, rimuginare sul passato (tutti motivi di stress). Posso però decidere quali azioni mettere in atto per portare avanti uno stile di vita più adatto alle mie esigenze.

Volete sapere quali sono i miei propositi per il 2014? Scrivere almeno 48 post su questo blog! E poi...farmi un tatuaggio, fare qualcosa di rischioso, fare qualcosa di stupido, fare qualcosa di cui mi pentirò...vivere senza tirarmi indietro. Troppo generici? Vero, ma non posso entrare troppo nei dettagli, ora...