Sabato
sera ho festeggiato il compleanno di un'amica al ristorante giapponese. Io
adoro il sushi! Soprattutto perché ho l'idea di poter mangiare quanto voglio
senza che questo influisca sulla mia linea (riso e pesce non fanno ingrassare,
vero?). Il giorno dopo la bilancia non era d'accordo con me, ma non importa,
questa è un'altra storia. Il punto è un altro.
Mi è tornata in mente la metafora creata da un paziente poco tempo fa. Diceva di sentirsi come in un ristorante giapponese, appunto, in cui c'è la formula "all you can eat": sapete come funziona, no? Si sta seduti ad un lungo tavolo mentre un nastro scorrevole posto al centro del tavolo stesso si muove, facendo passare sotto il naso degli avventori piccoli piatti con piccole porzioni di cibi diversi. Pagando un prezzo fisso, ciascuno può servirsi da solo e assaggiare tutto ciò che vuole. Bello!
Roger Augdal Olsen |
Bello?
Davvero? A volte dover fare delle scelte non è così divertente. La nostra
mente, quando siamo di fronte ad una scelta, comincia a parlare…dice cose come
“cosa vuoi veramente?”, “sei sicuro della tua scelta?”, “se prendi questo,
dovrai rinunciare a quell’altro?”. E ancora: “e se non fosse la scelta
giusta?”, “e se poi ti accorgessi di aver sbagliato?”, “guarda che in passato
hai fatto delle scelte sbagliate, stai attento”. Aiuto! Siamo sempre più confusi e per paura
di fare la scelta sbagliata…non scegliamo affatto. Sì, il risultato è che
restiamo immobili a guardare tutte le pietanze che scorrono davanti a noi senza
riuscire ad assaggiare nulla. Il nastro scorre, come la vita scorre con le
opportunità che ci offre e noi restiamo immobili, affamati, a valutare tutte le
opzioni nella nostra testa.
Intendiamoci,
non voglio dire che sia necessario prendere decisioni affrettate o che sia
negativo ponderare i pro e i contro di una situazione, ma vi è mai capitato di
rimandare una decisione perché vi creava ansia? Magari con pessimi risultati,
perché pensavate di vivere sereni fino al momento della scelta e invece la vostra
mente continuava a tornare lì, a valutare, soppesare, rimuginare…
C’è
anche chi adotta una strategia diversa: l’indecisione della scelta mi crea
ansia e allora io scelgo subito la prima portata che mi passa sotto il naso
(via il dente, via il dolore!). Sono due comportamenti all’apparenza così
diversi e invece nascondono un meccanismo comune: il desiderio di fare la
scelta giusta mi provoca pensieri fastidiosi e sentimenti spiacevoli, allora
devo fare qualcosa per non sentirli, per allontanarli da me.
Ciò
che succede nella nostra mente non sempre ci è utile, non sempre ci fa prendere
le decisioni giuste (a volte non ce le fa prendere affatto!), non sempre ci fa
fare le cose che ci fanno stare meglio e, spesso, non ci fa somigliare alla
persona che vorremmo essere. Nell’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) si
dice che non sempre la mente è nostra amica. Quant’è vero! Nei prossimi post ne
parlerò ancora. Se leggendo queste righe vi è capitato di pensare “bhè, sì, è
capitato anche a me”, mandatemi le vostre storie!
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